
Food delivery al tempo del coronavirus
Sei un imprenditore della ristorazione?
Un menù digitale può aiutarti ad avviare e gestire le consegne a domicilio.
L’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura di molte attività commerciali hanno avuto un forte impatto sui consumi e sul ricorso alla consegna a domicilio, soprattutto nel mondo del food.
Secondo uno studio FIPE- Federazione Italiana Pubblici Esercizi, il numero di consumatori che ha usufruito del food delivery nel periodo di limitazione degli spostamenti è cresciuto in modo significativo, sia tra i fruitori abituali, sia per chi non aveva mai (o solo saltuariamente) usufruito di servizi a domicilio.
Anche l’osservatorio nazionale Just Eat (la nota piattaforma per le ordinazioni online) conferma il trend: secondo una ricerca dedicata a gusti, abitudini e priorità alimentari degli italiani al tempo del Covid-19, il 90% degli oltre 30mila intervistati ritiene che il food delivery sia un servizio essenziale o almeno importante, mentre il 60% del campione ha fatto ricorso alla consegna di cibo a domicilio durante il lockdown.
Il food delivery, insomma, ha fatto breccia nel cuore degli italiani e sembra un trend destinato a durare. Per la maggior parte degli intervistati da Just Eat, infatti, ricevere il piatto preferito a casa è una coccola (59%) e, soprattutto per i più giovani, un modo di staccare la spina. Nella fascia d’età 36-45 anni, il food delivery è anche una comoda alternativa al fare la spesa. In testa alle preferenze sempre la classica pizza, ma il comparto gelati e dolci ha registrato, durante il lockdown, un aumento delle consegne del 131%.
La consegna di cibo a domicilio si configura dunque come un’opportunità interessante anche per settori della ristorazione sinora meno coinvolti in questo tipo di servizi.
Gli imprenditori della ristorazione tradizionale, però, faticano a mettersi al passo: secondo l’indagine FIPE, il 35% pensa di non avere i mezzi necessari per farlo, mentre il 65% ritiene che non sia un canale di vendita economicamente sostenibile, anche perché richiede adeguamenti nella gestione del lavoro e dei prodotti.